Si diffonde l’Internet of Things

di Elisabetta Bevilacqua

Ciascuno di noi convive con migliaia di oggetti intelligenti; la possibilità di interconnetterli apre la strada all’affermarsi di un nuovo paradigma, quello dell’Internet delle cose. Proprio per analizzarne lo stato dell’arte, individuarne gli ambiti applicativi, il loro grado di maturità, di diffusione e le opportunità per imprese, Pubblica Amministrazione e singoli individui è nato il nuovo Osservatorio Mip, Internet of Things. Ecco alcuni primi risultati di analisi dei fenomeni.

L’Internet delle cose si basa sulle opportunità che derivano dagli oggetti intelligenti che, senza che ce ne rendiamo conto, ci circondano. Si tratta di oggetti dotati di identità, che possono essere localizzati, che hanno capacità di elaborazione e di interazione con l’ambiente circostante. Il salto in più è la loro capacità di interconnettersi, attraverso una rete che deve possedere caratteristiche come standardizzazione e apertura, raggiungibilità, accessibilità, multifunzionalità per consentire agli oggetti di poter scambiare le informazioni possedute, raccolte o elaborate e poter eseguire attività di conseguenza. Nasce così il nuovo paradigma, l’Internet delle cose.

Gli ambiti applicativi sono innumerevoli con impatti significativi e, auspicabilmente, positivi sulle attività di imprese e pubbliche amministrazioni e sulla vita delle persone. L’Osservatorio Internet of Things (IoT) della School of Management del Politecnico di Milano ha fatto il punto sulla situazione in Italia a partire dalla presenza di circa 3,9 milioni di oggetti interconnessi tramite rete cellulare, con una crescita del 13% rispetto al 2010, a cui vanno aggiunti 34 milioni di contatori elettrici che comunicano tramite onde convogliate, utilizzando cioè la modulazione del segnale elettrico con cui sono alimentati.

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