Oggetti che parlano con oggetti

di Antonio Dini

Più piccoli, più versatili, più intelligenti. I Mems, i sensori microscopici, oggi sono in tutti i prodotti portatili e del largo consumo elettronico, domani saranno i protagonisti della rivoluzione dell’«internet delle cose»: minuscoli sistemi micro-elettro-meccanici onnipresenti che uniscono le nanotecnologie all’informatica. Mems a casa, nell’auto, negli oggetti della vita quotidiana, in strada e nei palazzi, sempre connessi e che comunicano tra loro e si configurano per prendere decisioni in autonomia.

E per rendere la vita più facile sia nel lavoro che nel tempo libero. Dopo aver rivoluzionato sei anni fa i videogiochi con la Wii e poi i telefonini e tablet con iPhone e iPad, dotati di accelerometri, sensori di movimenti, giroscopi, sensori magnetici, minuscoli microfoni, sensori di pressione della dimensione di una capocchia di spillo, adesso i Mems si apprestano a rivoluzionare il resto del mondo.

Le applicazioni dietro l’angolo parlano di sensori in grado di potenziare e migliorare l’esistente con qualche novità specifica. Come sensori di pressione per determinare l’altitudine e nuovi microscopici microfoni per consentire una qualità audio molto maggiore a telefonini e cuffie Bluetooth. Apparecchi per impostare la spesa con sensori nel frigorifero per riconoscere i prodotti presenti e la loro scadenza. La misurazione di gas e di umidità, i micro-proiettori per il telefonino con definizione perfetta grazie a microscopici fasci laser.

Più in prospettiva, arriverà una generazione di sensori diffusi ovunque, sempre collegati a internet, in continuo scambio di informazioni tra loro, capaci di prendere decisioni anche senza dover ricorrere a un’intelligenza centrale. L’obiettivo è il risparmio energetico, la casa smart, la fabbrica intelligente (con cicli di manutenzione basati sul reale stato d’usura dei macchinari), gli ospedali rivoluzionati, come pure il mercato delle attrezzature per la salute e lo sport che diventano sempre più interconnessi.

E l’internet delle cose sarà l’espressione della rivoluzione dei Mems. Questi minuscoli apparecchi sono in realtà tecnologie studiate da una maggioranza di ricercatori italo-francesi: a guidare il mercato c’è il gruppo St-Microelectronics, colosso da 9,73 miliardi di dollari di ricavi netti nel 2011 e che in questo settore detiene da sempre la prima posizione, con quote fino al 60% della produzione mondiale. Un mercato che cresce del 18% annuo e che ha superato 1,5 miliardi di dollari di valore. I grandi clienti sono americani e asiatici che acquistano Mems per centinaia di prodotti diversi. Il vantaggio competitivo di St è cominciato con investimenti strategici di 100 milioni di dollari anni fa e adesso è un patrimonio di centinaia di brevetti e con un know-how produttivo che è la migliore polizza sul futuro della competizione mondiale.

Continua a leggere su: ilSole24Ore